
IPO
GEA
La prima cantina Ipogea della Valtellina, una realtà autentica e sostenibile
Affascinato dal mondo vitivinicolo e con una forte passione per l’enoturismo, che lo spinge a scoprire importanti realtà in Italia ed Europa, Davide Bettini - imprenditore edile - nel 2013 decide di inseguire il suo sogno: riuscire nel tempo a produrre un grande vino, che sappia onorare la secolare tradizione enologica valtellinese e il terroir di quest’area che può donare grandi uve e vini eccellenti.
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Con l’impianto di un vigneto di 2,5 ettari, nel Comune di Sondrio, a 510 m s.l.m., nasce l’azienda I Vitari (toponimo dove sorge la cantina).
Tuttavia, trascorrono degli anni prima che prenda vita la cantina, a causa dei vincoli paesaggistici dei terrazzamenti che sono molto restrittivi. Bettini desidera creare un edificio che si identifichi con il territorio, lo valorizzi e lo rispetti. Così nel 2020 porta a termine la costruzione di una struttura ipogea, in frazione Ponchiera, totalmente interrata e con un tetto coperto dal vigneto. Concepita per essere non solo un luogo dove lavorare l’uva e produrre il vino, ma anche uno spazio in cui godersi la natura alpina, il panorama mozzafiato, degustando un buon calice e assaporando i prodotti del territorio sulla terrazza con vista. Il tutto, in totale sinergia con la cultura e la comunità locale, con la finalità di riportare in auge la vocazione agricola valtellinese che si esprime sui versanti terrazzati. Una realtà autentica e sostenibile.
In nome di questa mission, Davide Bettini decide di coinvolgere e farsi consigliare da esperti del settore: tra questi, il Professor Mario Fregoni dell’Università Cattolica di Piacenza - a cui si è rivolto in sede di impianto del vigneto - e l’enologo e viticoltore Giuseppe Gorelli, per la stima professionale nel saper produrre un Sangiovese che si distingue per eleganza e finezza.
Tuttavia, trascorrono degli anni prima che prenda vita la cantina, a causa dei vincoli paesaggistici dei terrazzamenti che sono molto restrittivi. Bettini desidera creare un edificio che si identifichi con il territorio, lo valorizzi e lo rispetti. Così nel 2020 porta a termine la costruzione di una struttura ipogea, in frazione Ponchiera, totalmente interrata e con un tetto coperto dal vigneto. Concepita per essere non solo un luogo dove lavorare l’uva e produrre il vino, ma anche uno spazio in cui godersi la natura alpina, il panorama mozzafiato, degustando un buon calice e assaporando i prodotti del territorio sulla terrazza con vista. Il tutto, in totale sinergia con la cultura e la comunità locale, con la finalità di riportare in auge la vocazione agricola valtellinese che si esprime sui versanti terrazzati. Una realtà autentica e sostenibile.
In nome di questa mission, Davide Bettini decide di coinvolgere e farsi consigliare da esperti del settore: tra questi, il Professor Mario Fregoni dell’Università Cattolica di Piacenza - a cui si è rivolto in sede di impianto del vigneto - e l’enologo e viticoltore Giuseppe Gorelli, per la stima professionale nel saper produrre un Sangiovese che si distingue per eleganza e finezza.

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Onore alla secolare tradizione enologica valtellinese
Due ettari e mezzo di terreno vitati, coltivati a Nebbiolo allevato a guyot. I vigneti sono gestiti secondo le regole dell’agricoltura integrata, un sistema agricolo di produzione a basso impatto ambientale, che prevede l'uso coordinato e razionale di tutti i fattori della produzione allo scopo di ridurre al minimo il ricorso a mezzi tecnici che hanno un impatto sull'ambiente o sulla salute dei consumatori.
Le temperature alpine e le forti escursioni termiche, la brezza che proviene dal Lago di Como e l’ottima esposizione solare, rendono il clima ottimale sia per limitare l’insorgenza di malattie della vite, quindi l’utilizzo di pesticidi in campo, che per favorire la maturazione delle bacche.
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Le temperature alpine e le forti escursioni termiche, la brezza che proviene dal Lago di Como e l’ottima esposizione solare, rendono il clima ottimale sia per limitare l’insorgenza di malattie della vite, quindi l’utilizzo di pesticidi in campo, che per favorire la maturazione delle bacche.
I suoli principalmente sabbiosi, derivanti dallo sfaldamento delle rocce granitiche con il ritiro dei ghiacciai che coprivano la Valtellina, dunque molto permeabili, sono ideali per evitare i ristagni d’acqua. In aggiunta, la loro scarsa profondità fa sì che le viti, specie durante la stagione estiva in cui possono verificarsi fenomeni di carenza idrica, raggiungano le falde acquifere molto agevolmente, trovando la riserva d’acqua necessaria per la sopravvivenza.
La vendemmia inizia dalla metà di ottobre e si protrae fino alla fine del mese. I grappoli sono raccolti a mano e posti in cassette; quindi, portati in cantina dove avviene la pigiadiraspatura.
Il mosto è fermentato in serbatoi di acciaio inox da 50 e 30 hl grazie all’intervento di lieviti autoctoni. La macerazione dura all’incirca 3 settimane, si passa poi allo svinamento.
Il vino è travasato in botti di legno di rovere di Slavonia da 10 e 20 hl e qui riposa per 2 anni, nel caso di “SO” Valtellina Superiore, e per 3 anni per “SO” Valtellina Superiore Riserva. Segue l’imbottigliamento e, trascorsi 9 mesi, viene immesso sul mercato.
La vendemmia inizia dalla metà di ottobre e si protrae fino alla fine del mese. I grappoli sono raccolti a mano e posti in cassette; quindi, portati in cantina dove avviene la pigiadiraspatura.
Il mosto è fermentato in serbatoi di acciaio inox da 50 e 30 hl grazie all’intervento di lieviti autoctoni. La macerazione dura all’incirca 3 settimane, si passa poi allo svinamento.
Il vino è travasato in botti di legno di rovere di Slavonia da 10 e 20 hl e qui riposa per 2 anni, nel caso di “SO” Valtellina Superiore, e per 3 anni per “SO” Valtellina Superiore Riserva. Segue l’imbottigliamento e, trascorsi 9 mesi, viene immesso sul mercato.

EXTRA
ORDI
NARY
Affinità elettive
tra Valtellina e Montalcino
L’enologo e viticoltore toscano Giuseppe Gorelli, per anni consulente tecnico del Consorzio di Brunello di Montalcino, firma i vini della casa vinicola i Vitari.
Una collaborazione singolare nata dalla stima di Davide per questo professionista così eclettico, capace di produrre un Sangiovese dalla straordinaria eleganza, finezza e bevibilità, stesse caratteristiche che si possono apprezzare degustando il Valtellina Superiore Riserva e Il Valtellina Superiore Grumello dei Vitari.
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Una collaborazione singolare nata dalla stima di Davide per questo professionista così eclettico, capace di produrre un Sangiovese dalla straordinaria eleganza, finezza e bevibilità, stesse caratteristiche che si possono apprezzare degustando il Valtellina Superiore Riserva e Il Valtellina Superiore Grumello dei Vitari.
Un’intesa perfetta, quella fra Giuseppe e Davide forse dovuta anche ad alcuni aspetti che accomunano queste due realtà apparentemente così diverse tra loro, che sono: i vitigni stessi Nebbiolo e Sangiovese che hanno entrambi pochi antociani, e quindi poca materia colorante, una buona dose di tannini e un carattere che meglio si sviluppa in bocca piuttosto che al naso e le aree geografiche: Montalcino e Valtellina.
Due zone accomunate, purtroppo, dagli effetti del Global Warming. La prima sta diventando sempre più calda e le vigne migliori stanno rivelandosi quelle in altitudine mentre la Valtellina, che soffre anche se in misura minore della calura, subisce le conseguenze dei fenomeni estremi.
Due zone accomunate, purtroppo, dagli effetti del Global Warming. La prima sta diventando sempre più calda e le vigne migliori stanno rivelandosi quelle in altitudine mentre la Valtellina, che soffre anche se in misura minore della calura, subisce le conseguenze dei fenomeni estremi.
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